Cos'è l'anarchismo
L’anarchismo, o teoria anarchica, fu sviluppato come risultato delle delusioni presentate dal sistema capitalista nel XVIII secolo. William Godwin orchestrò un modello sociale separato o non vincolato dai vincoli delle leggi e dei governi.
Per lui, l'effetto dei principi razionali insieme ai bisogni e ai desideri delle persone genererebbe un equilibrio capace di fornire una vita sociale confortevole. Era un sostenitore della fine della proprietà privata.
Nel secolo successivo il tema continuò a essere nell’agenda dei pensatori Mikhail Bakunin, Joseph Proudhon, Enrico Malatesta, Leo Tolstoj, Max Stirner e Peter Kropotkin.
Per gli anarchici ogni istituzione potente va contro il consenso della libertà. Pertanto, questi pensatori credevano che le istituzioni tradizionali come la Chiesa e lo Stato ostacolassero la libertà delle persone. Pertanto, dovrebbero essere eliminati. Con l’estinzione delle proprietà private finirebbero anche le classi sociali.
Nell’anarchismo, le azioni cooperative prenderebbero il posto dello Stato. Nel cooperativismo finirebbe il senso di sfruttamento creato dal capitalismo, tra capo e dipendente, che consentirebbe una vita dignitosa e uguale per tutti. Senza differenze sociali, ad esempio, non ci sarebbe spazio per la violenza generata dalla povertà o dalla mancanza di accesso alle risorse educative.
Secondo gli anarchici, per rovesciare l’attuale capitalismo e porre fine allo status dello Stato, sarebbe necessaria una rivoluzione armata. In questo senso il pensiero è lo stesso dei socialisti.